Sì traviato è ’l folle mio desio
A seguitar costei che ’n fuga è volta,
E de’ lacci d’Amor leggiera e sciolta
Vola dinanzi al lento correr mio;
A seguitar costei che ’n fuga è volta,
E de’ lacci d’Amor leggiera e sciolta
Vola dinanzi al lento correr mio;
Che, quanto richiamando più l’invio
Per la secura strada, men m’ascolta;
Nè mi vale spronarlo o dargli volta,
Ch’Amor per sua natura il fa restio.
Per la secura strada, men m’ascolta;
Nè mi vale spronarlo o dargli volta,
Ch’Amor per sua natura il fa restio.
E poi che ’l fren per forza a sè raccoglie,
I’ mi rimango in signoria di lui,
Che mal mio grado a morte mi trasporta,
I’ mi rimango in signoria di lui,
Che mal mio grado a morte mi trasporta,
Sol per venire al Lauro onde si coglie
Acerbo frutto, che le piaghe altrui,
Gustando, affligge più, che non conforta.
Acerbo frutto, che le piaghe altrui,
Gustando, affligge più, che non conforta.
Petrarca, Rime VI
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