domenica 22 gennaio 2012

Ovidio - Metamorfosi


ma lì, uniti sin dalla loro giovinezza, vivevano
Bauci, una pia vecchietta, e Filemone, della stessa età,
che in quella capanna erano invecchiati, alleviando la povertà
con l'animo sereno di chi non si vergogna di sopportarla.
Non ha senso chiedersi chi è il padrone o il servitore: la famiglia
è tutta lì, loro due; comandano ed eseguono tutti e due.
Quando i celesti, arrivati a questa povera casa,
entrarono chinando il capo per l'angustia della porta,
il vecchio li invitò ad accomodarsi, accostando una panca,
sulla quale Bauci stese con premura un ruvido panno; lei,
poi, smosse sul focolare la cenere tiepida, ravvivò
il fuoco del giorno avanti, alimentandolo con foglie e corteccia,
e ne fece scaturire fiamme con quel poco fiato che aveva.
Da un ripostiglio trasse scaglie di legno e rametti secchi,
li spezzettò e li pose sotto un piccolo paiolo;
spiccò le foglie ai legumi raccolti dal marito
nell'orto bene irrigato, mentre lui con un forcone staccava
la spalla affumicata di un suino appesa a una trave annerita:
di quella spalla a lungo conservata taglia una porzione
sottile, che pone a lessare nell'acqua bollente.
Intanto ingannano il tempo che si frappone conversando,
perché non si avverta la noia dell'attesa. Appesa a un gancio
per il suo manico ricurvo, vi è una tinozza di faggio:
la riempiono d'acqua tiepida e vi immergono i piedi
per ristorarli. Al centro, sopra un letto dalla sponda
e dalle gambe di salice, c'è un giaciglio d'erbe morbide.
Sprimacciano il giaciglio d'erba morbida di fiume,
posto sopra il letto dalla sponda e dalle gambe di salice.
Lo coprono con una coltre, che hanno l'abitudine di stendere
solo nei giorni di festa; ma anche questa coltre era vecchia
e logora, giusto adatta a un letto di salice.
Gli dei si adagiano. La vecchia, con la veste raccolta, apparecchia
vacillando la tavola; ma delle sue tre gambe una è corta:
un coccio la pareggia; infilato sotto elimina la pendenza,
e il piano viene poi ripulito con un ciuffo di menta verde.
Sopra vi pone olive verdi e nere, sacre alla schietta Minerva,
corniole autunnali aromatizzate con salsa di vino,
indivia, radicchio, una forma di latte cagliato, e
uova girate leggermente nel tepore della cenere;
il tutto in terrine. Poi porta in tavola un cratere cesellato
nello stesso 'argento', bicchieri di faggio intagliato
che hanno la superficie interna spalmata di bionda cera.
Dopo non molto, giungono dal focolare le vivande calde,
si mesce un'altra volta il vino (certo non d'annata),
poi, messo il tutto un poco in disparte, si fa posto alla frutta.
Ed ecco noci, fichi secchi misti a datteri grinzosi,
prugne, mele profumate in larghi canestri,
grappoli d'uva colti da tralci purpurei.
Al centro un candido favo. Ma a tutto questo si accompagnano
facce buone, sollecitudine sincera e generosa.
E qui i due vecchi si accorgono che il boccale, a cui si è attinto
tante volte, si riempie da solo, che il vino da solo ricresce;
turbati dal prodigio, Bauci e il timido Filemone son presi
dal terrore e con le mani alzate al cielo si mettono a pregare,
chiedendo venia per la povertà del cibo e della mensa.
C'era un'unica oca a guardia di quella minuscola cascina,
e loro erano pronti ad immolarla per quegli ospiti divini.
Ma l'oca starnazzando scappa in barba a quei lenti vecchietti,
beffandoli di continuo, finché fu vista rifugiarsi
proprio accanto agli dei, che proibiscono di ucciderla, dicendo:
"Numi del cielo noi siamo, e i vostri empi vicini avranno
la punizione che meritano; a voi invece d'esserne immuni
sarà concesso. Lasciate solo la vostra casa,
seguite i nostri passi e venite con noi in cima
a quel monte!". I due obbediscono e, appoggiandosi al bastone,
salgono lungo il pendio a fatica, passo passo.
Distavano ormai dalla vetta il tragitto che può percorrere
una freccia: volgono gli occhi e vedono che giù tutto è sommerso
da una palude, tutto tranne la loro dimora.
E mentre guardano stupiti, piangendo la sorte dei vicini,
quella vecchia capanna, piccola anche per i suoi padroni,
si trasforma in un tempio: colonne vanno a sostituire i pali,
vedono la paglia del tetto assumere riflessi d'oro,
le porte ornarsi di fregi e il suolo rivestirsi di marmo.
E allora con voce serena il figlio di Saturno così parla:
"O buon vecchio e tu, donna degna del tuo buon marito,
esprimete un desiderio". Consultatosi un po' con Bauci,
Filemone partecipa agli dei la loro scelta:
"Chiediamo d'essere sacerdoti e di custodire il vostro tempio;
e poiché in dolce armonia abbiamo trascorso i nostri anni,
vorremmo andarcene nello stesso istante, ch'io mai non veda
la tomba di mia moglie e mai lei debba seppellirmi".
Il desiderio fu esaudito: finché ebbero vita,
custodirono il tempio. Ma un giorno mentre, sfiniti dallo scorrere
degli anni, stavano davanti alla sacra gradinata, narrando
la storia del luogo, Bauci vide Filemone coprirsi
di fronde e il vecchio Filemone coprirsene Bauci.
E ancora, quando la cima raggiunse il loro volto,
fra loro, finché poterono, continuarono a parlare: "Addio,
amore mio", dissero insieme e insieme la corteccia come un velo
suggellò la loro bocca. Ancor oggi gli abitanti della Frigia
mostrano l'uno accanto all'altro quei tronchi nati dai loro corpi.
Queste cose mi furono narrate da vecchi degni di fede
e che non avevano ragione di mentire.

sabato 14 gennaio 2012

Voltaire





Bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quello che ci viene chiesto.

Petrarca - Trionfo della Morte



Pallida no, ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca.
Quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi,
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso

Tirso Licedio Arcade

Le persone non cambiano, al massimo fanno esperienza.

Archiloco


e spesso sul mare canuto tra ricci di schiuma,
implorando il dolcissimo ritorno

Arthur Schopenhauer





"Ciò che uno può essere per l'altro ha limiti molto ristretti: alla fine ognuno rimane solo."